domenica 6 luglio 2008

Il Prino sotto la pressione genovese esercitata sulla riviera nel 1200

L'adunanza del parlamento generale si tenne il 9 giugno 1228 nella chiesa di San Maurizio (64). Contestualmente veniva sempre più riducendosi la giurisdizione delle Benedettine di Caramagna sulla corte del Prino, in merito alla quale le monache supplicarono Onorio di prenderle sotto la protezione pontificia.
Il Papa accolse la richiesta con la bolla del 17 agosto 1216, ma la decadenza proseguì ugualmente.
Tuttavia, affittando nel 1235 degli appezzamenti di terre di quel feudo monastico, alcum membri ragguardevoli del comune portorino si dichiarano ancora vassalli della abbadessa Adelasia di Lucerna.
Dall’inizio del XIII secolo, nel governo della communitas di Porto Maurizio ai consoli dei placiti subentro il podestà forestiero coadiuvato da otto anziani, sempre però ripartiti nella formula 4/2/2 tra i terzieri di San Maurizio, San Giorgio e San Tommaso. Questa innovazione, sintomo della sempre maggiore pressione genovese sulla riviera, fu occasione di discordie tra i terzieri.
I disaccordi vertevano sulla scelta della chiesa in cui doveva tenersi il parlamento generale, sulle date di queste assemblee, sul priore degli anziani e sull’utilizzo delle bandite comum: si raggiunsero dei compromessi, che tuttavia non soddisfecero i terzieri di San Giorgio e di San Tommaso, consentendo il perdurare della conflittualità anche nei decemii seguenti.

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