lunedì 30 giugno 2008

Riflessioni sull'esistenza

Accade a un certo punto che una persona si trovi a esistere.
Questo semplice fatto è fonte di inesauribile sbalordimento, in primo luogo per la persona interessata dalla bizzarra circostanza, e spesso anche per i suoi amici, conoscenti e vicini.
Dunque esisto, dice a se stesso il soggetto colpito dall'esistenza, e non riesce a crederci.
Scopre che un tale Cartesio, afflitto dallo stesso problema, ci aveva pensato molto e scritto anche dei libri; li legge ma non gli servono granchè.
Non c'è niente da fare, chi rimane vittima dell'esistenza deve fare i conti da solo con questo assurdo fenomeno che l'ha travolto fin dalla nascita come un treno in corsa.
Certo che è ben strano, sembra che sia una cosa che ha a che fare con i genitori, nel senso che loro si incontrano, mescolano i cromosomi in una nuova cellula, et voilà quella cellula siamo noi, la nostra esistenza.
Quella cellula diventa due cellule, poi quattro, otto sedici e così via, e in ognuna c'è il dna dei coromosomi mescolati e quel dna che si ripete in tutte le cellule è la vita l'esistenza del soggetto che, poveretto, si trova a esistere.
Tutta questa faccenda del dna il buon Cartesio non la poteva sapere come la sappiamo noi adesso.
Questa unione dei geni di due soggetti diversi, il padre e la madre, in una nuova vita, attira molto l'attenzione, perchè l'uomo moderno è ossessionato dal sesso, ma in realtà non è questo il fatto più straordinario.
Il fatto più straordinario è la trasmissione dell'esistenza nel tempo, da un soggetto all'altro.
E neanche la morte è poi cosa tanto straordinaria e necessaria.
Molti credono che la morte sia necessaria alla vita, ma sbagliano.
La morte, così come la riproduzione sessuale nei mammiferi, sono solo espedienti, strategie che la vita mette in atto per perpetuarsi.
Per quanto riguarda il sesso, è facile da capire, basta pensare a quanta parte del mondo animale si riproduce in modo asessuato, per scissione, ermafroditismo eccetera, per rendersi conto che potremmo benissimo riprodurci con altre metodolgie e che è solo questione di tecnica.
La cosa è un po' più complicata per quanto riguarda la morte, perchè in effetti non si conosce alcuna specie i cui individui non siano destinati a morire.
Ma secondo me anche questa è solo una tecnica, efficace certo per mantenere sempre freschi gli individui esistenti ed evitare le conseguenze a lungo termine dei processi degenerativi, tuttavia non credo che la morte sia strettamente necessaria alla vita.
Potrebbero benissimo esserci forme di vita che si riproducono in nuovi individui mentre i genitori non muoino mai, perchè no? Non vedo nessun impedimento tecnico.
Ma torniamo al nostro povero umano investito da un'esistenza non richiesta, che oltretutto si trova anche costretto a pensarci da una dotazione cerebrale, non richiesta neanch'essa.
Anzi, ci torniamo al prossimo post, che ora sono stanco e chiudo.

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