sabato 7 giugno 2008

I figli del blackout di Barcellona compiono un mese. Auguri.


Compie un mese la «Generación off», i figli del blackout che tra il 16 e il 22 luglio dell'anno scorso, quasi paralizzò Barcellona. Quasi.
Nel buio complice di palazzi rimasti senza ascensore, senza tivù, senza aria condizionata. Però i registri dei reparti maternità negli ospedali di Barcellona hanno segnalato tutti un picco di nascite, mediamente il 7 per cento in più del normale, proprio allo scadere delle fatidiche 40 settimane dal grande apagón che provocò una crisi tra la Catalogna e il governo centrale, nella persona della ministra delle Infrastrutture, Magdalena Alvarez. Ma riavvicinò molte coppie.
I genitori di Isabela, nata all'Hospital di Sant Pau della capitale catalana, non faticano a confermare i sospetti: beh, effettivamente, se non fosse stata per quella forzata reclusione all'ottavo piano di un condominio di Sant Martì, forse lui, Ricardo, 33 anni, idraulico, sarebbe uscito per andare a riparare qualche rubinetto in più e lei, Janet, sarebbe andata a fare qualche commissione. Sette giorni senza corrente elettrica sono lunghi e parchi di distrazioni, ma non sempre inutili. Almeno dal punto di vista della neonata, che pesa 4 chili e mezzo, misura 52 centimetri e, più degli altri suoi simili, sembra piuttosto infastidita dalla luce artificiale.
La nursery Vall de Hebron, sempre a Barcellona, non ha più un lettino libero: le 66 culle occupate nella settimana tra il 9 e il 15 aprile, la 38ª dal blackout, sono diventate 98 nei sette giorni successivi. Un overbooking imprevisto e insolito per la stagione. Psicologi consultati dai quotidiani catalani riconoscono che in momenti disgraziati, come fu vissuto dagli abitanti di Barcellona il gigantesco guasto energetico, la specie umana si sente particolarmente incline alla riproduzione e citano dati provenienti dagli Stati Uniti e relativi all'inizio dell'estate 2002, nove mesi dopo l'11 settembre.
È vero anche che il tasso di natalità, in Spagna, è in leggera ripresa grazie all'apporto degli immigrati: «Eravamo diventati il paese dell'Europa dei 15 con il più basso tasso di fecondità — informa l'eurodeputata socialista Elena Valenciano —, con un indice di 1,2 figli per donna. Ora siamo già risaliti a 1,7». Il merito, naturalmente, non è tutto di Barcellona che contribuisce, più che altro, al mito del potenziale erotico di un cortocircuito. Al momento, nove mesi fa appunto, questo aspetto fu del tutto sottovalutato: 350 mila persone furibonde reclamarono i danni, la testa del ministro e quelle di tutti i dirigenti delle due principali compagnie elettriche che si palleggiarono a lungo la responsabilità. Negozi, supermercati, bar, ristoranti furono costretti a buttare tonnellate di cibo andato a male. Si formarono associazioni di vittime del blackout, assistite da stuoli di avvocati. Ora toccherà ai sindacati delle ostetriche battersi per il pagamento degli straordinari.

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